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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,37
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originale
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[37] Quid enim? Non eisdem vobis placet omnem ignem pastus indigere nec permanere ullo modo posse, nisi alatur, ali autem solem, lunam, reliqua astra aquis, alia dulcibus, alia marinis; eamque causam Cleanthes adfert, cur se sol referat nec longius progrediatur solstitiali orbi itemque brumali, ne longius discedat a cibo. Hoc totum quale sit, mox; nunc autem concludatur illud: quod interire possit, id aeternum non esse natura; ignem autem interiturum esse, nisi alatur; non esse igitur natura ignem sempiternum.
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traduzione
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37. E non basta. Non siete voi a sostenere che tutto il fuoco ha bisogno di cibo e non pu? in alcun modo
sopravvivere senza nutrirsi, e che il sole, la luna e gli altri corpi celesti' traggono nutrimento dalle acque, gli uni da
quelle marine e gli altri da quelle dolci? Secondo Cleante sarebbe questa la ragione per cui il sole, allo scopo di non
allontanarsi troppo dal cibo, al momento dei solstizio invernale e di quello estivo torna indietro senza spingersi oltre. Di
tutto questo argomento tratteremo poco pi? innanzi. Per ora concludiamo cos?: ci? che pu? perire non ?, per natura,
eterno: ma il fuoco, se non viene alimentato, e destinato a perire; il fuoco dunque non ?, per natura, eterno.
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